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Ciao, si anche io sui canali inglesi ovviamente sento sempre "ai pii ei" ma in Italia si è diffusa la lettura all'italiana e mi sembra abbia più senso leggerlo così, a meno di non dover spiegare qualche sottostile particolare (es. NEIPA - New England Ai Pii Ei). Buona ricerca!

@@skalbirre si immaginavo… comunque la cosa che conta è il sapore e quello non dipende dalla pronuncia!

Sulla lettera non saprei dirti, non l'ho mai capito, ma non credo sia la cotta perché sul libro "Le birre del Belgio" leggevo che Orval fa almeno una cotta a settimana, quindi dovrebbero essere molte le lettere. Per quanto riguarda la GDO non mi risulta questa informazione.

@@skalbirre grazie Andrea, sempre disponibile a rispondere alle numerose domande che ti pervengono. Comunque cerco di indagare sulle lettere, in rete non ho trovato nulla….

Si, può essere una buona idea. La lattina in effetti è un piccolo fusto, l'unica differenza è che l'alluminio così sottile non regge le pressioni elevate di birre che devono rifermentare con volumi di CO2 elevati (es saison), ma con carbonazioni più blande (tipo IPA) può avere senso.

Grazie! Si, sono d'accordo, anche a me è piaciuta più quella che le altre, e come dici tu la "filtrazione a freddo" è più un claim pubblicitario che altro.

​@@skalbirreno no il primo a evidenziare del "non filtrata"(Icnusa) e il " filtrata a freddo" ( Moretti) giustamente sei stato tu e ci mancherebbe. Però è un discorso di Ragionamento.. È un pò quando leggiamo FRESCA E FRIZZANTE ....Cioè...anche per forza.. mica la bevi calda la birra😂

@@skalbirre quella che mi da davvero soddisfazione è in assoluto la Messina Cristallo di Sale... Dalla confezione ispiratrice alla degustazione è una meraviglia di sapore e di profumo. Direi forse forse una bionda semplice ma di classe rispetto a tutte le altre... Adesso è uscita la nuova Capri della Peroni... un altro successo per essere una birra" commerciale"...

Credo dipenda da che tipo di struttura si scelga di utilizzare. Magari nei negozi di giardinaggio ti sanno dare informazioni più precise.

Sì, hai ragione. Al momento non le ho in casa ma prima o poi dovrò fare anche quelle, per completare la serie.

Ottime entrambe, forse preferisco questa sulle altre (sicuramente su Fatnome, data l'incostanza delle sue birre che a volte prendono una via lattica davvero poco gradevole).

Capisco quello che dici e lo condivido in parte. Ma la cosa deve essere ben chiara, al publican prima (che compra le tue birre, e ovviamente non si parla di una singola lattina, e che poi le deve "vendere per te") e al cliente poi. Certo che il publican è il tramite, ma molto spesso diventa superficialità da parte del produttore che scarica la responsabilità della vendita dei suoi prodotti al publican. Poi se entriamo nel dettaglio, io si preferisco un prodotto costante. È anche una dimostrazione che il birraio sa lavorare bene. Non so mai capire dov'è il confine tra poesia, come dici tu, e mancanza di competenze / professionalità, ossia di quella capacità di adattare di volta in volta la ricetta in base ad eventuali cambiamenti esterni. A volte l'artigianalità o il romanticismo mi sembrano una scusa per non ammettere che quella volta la birra è venuta diversa e non si sa perché ma la si vuole vendere lo stesso per non perdere tempo e soldi.

@@skalbirre concordo sullo scaricare, alla fine penso che un publican debba lavorare solo per il suo pub (leggasi: la sua clientela) scegliendo ciò che più è in sintonia con questa. Sul prodotto immutabile nel tempo: bevo soprattutto birre con lieviti in bottiglia (a fermentazione spontanea o meno), che sono differenti da sé stesse a seconda se le lasci o meno un mese di più (o di meno) in cantina: mi annoio a morte con le birre prodotte in serie (capisco però gli "ingegneri" che le adorano). Ovviamente se una birra non è mai buona non si tratta di romanticismo ma di incompetenza.

Molto buona anche la BB6, sempre un po' "old school" come le birre di Barley, ma questa resta la mia preferita! :) Tu quale preferisci delle due?

@@skalbirre Purtroppo non ho mai avuto occasione di provare la BB5 quindi mi astengo dal giudizio. Devo ammettere che quando provai la BB6 per la prima volta mi spiazzó la base saison, decisamente preponderante rispetto alla controparte "iga". Nonostante tutto la trovo una birra interessante anche se non sarebbe la prima opzione che mi viene in mente quando ho voglia di bere un'iga.

Parto dal fondo: le tripel in lattina (idem per saison o blanche) hanno come dici tu il problema che non essendo rifermentate spesso sono meno carbonate di quanto sarebbe previsto dallo stile, ed è un peccato perché quelle birre devono avere una frizzantezza importante e non solo per questione di gusto personale, ma la bollicina ha una funzione pratica che è quella di alleggerire la percezione del corpo. Le tripel sono sì secche, ma la bollicina vivace aumenta la sensazione di corpo leggero e di secchezza. Non sto denigrando le lattine, che per le luppolate vanno benissimo, ma solo le lattine per questi stili. Inoltre credo che se lo strumento lattina può essere utile a livello di marketing, ben venga se può dare visibilità al birrificio e al movimento craft. Però certi stili in lattina sono d'accordo con te che ne risentono molto. Ci sarebbe anche il discorso aromatico, nel senso che la rifermentazione potrebbe dare un ulteriore contributo aromatico, ma la quantità di zuccheri è comunque molto bassa e non so quanto possa incidere il metabolismo del lievito da rifermentazione. Inoltre spesso per rifermentare alcuni birrifici (es. Dupont) dichiarano di usare un lievito neutro, quindi il grosso del lavoro l'ha fatto il lievito in fermentazione primaria. E sono d'accordo con te anche sul fatto che sia un peccato che in Italia non ci siano tripel in stile, e qui non posso non notare una certa contraddizione tutta nostrana nel voler re-interpretare alcuni stili "sacri" (con molte virgolette, ma intendo dire che sono stili con 1 o 2 secoli di storia) come le tripel dolcione che si bevono da noi, oppure le italian pilsner o le italian bock, ma poi scannarsi sulla ricetta della carbonara (che poi, fun fact, la ricetta della carbonara ha meno anni della ricetta della pilsner, visto che vogliamo parlare di tradizione). In generale penso che il gusto dei bevitori di birra artigianale si sia settato su quello standard e i birrifici abbiano paura ad allontanarsi da quello. Eppure credo che il mondo craft, già una nicchia, sia guidato da IPA e simili, quindi si potrebbe anche provare a fare tripel in stile per quella nicchia della nicchia che beve tripel artigianali.

Ciao Luca, grazie per aver guardato il video! Sì, è piaciuta molto! :)

qualche barrel aged!!😁😁

Ottimo birrificio, si prima o poi registro un video anche di una loro birra!

Stai rappresentando molto male i valori di cui ti fregi, se tratti così male chi ha commesso un errore chiaramente involontariamente. Sopratutto se parli a nome di una comunità che vuole far conoscere la birra di Orval, credo che il tuo linguaggio sia perfetto per ALLONTANARE le persone da questo mondo. Di tutto il video in cui elogio Orval, in un canale in cui un video si e uno no parlo di quanto mi piacciano le birre belghe, c'è un video girato all'Ange Gardien, una verticale di diverse annate di Orval, ma siccome ho confuso il nome del pesce devo studiare perché, cito letteralmente il tuo commento, dico cagate. E l'esempio del cavallino della Ferrari non ha senso perché 1. citi il mulo come esempio sminuente del cavallo, mentre nel linguaggio comune non c'è tutta questa differenza valoriale tra i due pesci e 2. tutto il contesto è corretto, dalla storia dell'abbazia alla tipologia di birra, al bicchiere, eccetera.

Ottima osservazione e in effetti in altre mild il sentore tostato è decisamente inferiore rispetto a questa. Probabilmente qui sono stati impiegati malti black/roasted in misura maggiore (a volte vengono utilizzati in basse percentuali solo per "aggiustare" il colore (vengono chiamati anche "coloured malts" per questo motico) ma probabilmente sopra una certa percentuale il contributo aromatico caffettoso inizia a sentirsi. Credo sia una possibile interpretazione dello stile, e in effetti guardando le line guida BJCP questa sarebbe un po' troppo spinta sul roasted. L'idea di sorella minore in effetti è fuorviante, grazie per averlo notato. Può avere senso se magari pensiamo alle brown ale come sorelle minori delle porter (ma anche qui con alcune virgolette), ma qui sarebbe più corretto indicare solo che la densità zuccherina e di conseguenza il volume alcolico a fine fermentazioni sono minori (e poi ok, storicamente c'era il discorso dei lavaggi delle trebbie ma il focus aromatico-gustativo è differente tra mild e stout).

Ottimo birrificio, sicuramente prima o poi ne parlo sul canale!

Centinaia di video, una qualità dei contenuti imho di alto livello, ma siccome ho confuso il nome di un pesce mi prendo pure del cretino. Va be', fa parte del gioco. Comunque credo tu sia il terzo o il quarto esperto di ittiologia che me lo fa notare nei commenti, ma di certo sei anche il più antipatico della lista!

Le prime sono uno stile tipico delle Fiandre, che prevede il passaggio in botte e può avere una componente acida. Il termine "barrel aged" significa solo che la birra ha fatto un periodo di maturazione in botte, ma non specifica ne uno stile (possiamo fare una pilsner barrel aged, per assurdo) ne il tipo di botte (banalmente se la botte è nuova o usata e cosa c'era all'interno e da quanto tempo è vuota, giusto per citare fattori importantissimi nella elevazione in botte). I barley wine sono delle birre inglesi, molto alcoliche, che NON invecchiano in botte. Le lunghe maturazioni possono portare a ossidazioni / terziarizzazioni simili ad alcuni tipi di maturazioni in botte, ma di base lo stile non prevede questo passaggio. Poi certamente si può lasciare anche un BW in botte per aumentarne la complessità, ma di base non è previsto questo passaggio.

Anzitutto grazie mille per l’accurata risposta e il tempo speso. Per quanto riguarda l’ulteriore passaggio in botte (quindi, Barrel Aged = no stile) mi è chiaro. Anche per lo stile Barley Wine (con eventuale passaggio in botte, ma a quel punto sarebbe un BW, BA). Unico dubbio è proprio sulle OudBruin: si intende uno stile come le BW o una tecnica come le BA? Perché la birra in questione è una Belgian Dark Strong Ale, quindi lascerebbe intendere che OudBruin sia una tecnica, e non uno stile (?)

@@Gianbrunoalfonsetti è uno stile perché il valore in alcol è diverso (nelle Oud Bruin va da 4% a massimo 8%, mentre nelle BDSA va da 8% a 12%). Inoltre il passaggio in botte aggiunge una ulteriore fermentazione batterica (tipicamente lactobacilli e/o acetobacter) che quindi da toni acidi e vinosi alla birra, mentre belle BDSA un carattere acido sarebbe un difetto, sempre per attenersi alle linee guida codificate ovviamente, perché poi ognuno può interpretare lo stile come preferisce. In questo caso in effetti è una via di mezzo perché l'alcol supera la soglia delle Oud Bruin e finisce nelle BDSA e il passaggio in botte da un tono acido, come nelle Oud Bruin. D'altra parte "De Dolle" significa proprio "i matti" XD

No, non cambia nulla. L'unico fattore che incide è la "forza" con cui la birra si schianta sul fondo del bicchiere, che può produrre più o meno schiuma perché si libera più o meno anidride carbonica. Versare a 45°C riduce la formazione di schiuma, mentre in verticale può rendere più violento il flusso. Ma la distanza di caduta incide maggiormente.

Esatto, ma prima nascono le porter (con malto torrefatto) e le stout come versione più forte delle porter londinesi.

Grazie, mi fa piacere! 🍻

Al momento riesco a farne uscire uno ogni due settimane, ma mi sto organizzando per provare ad aumentare un po' il ritmo.